Dischi Freschi, un collettivo di DJ veronesi proiettati al di fuori del club.
Il progetto mira a mostrare la figura del DJ al di fuori del contesto club, dove tutti la proiettano abitualmente. Per farlo, si presentano i tre membri del collettivo “Dischi Freschi”
Dischi freschi è un collettivo nato dalla mentre di tre ragazzi veronesi. I tre componenti al di fuori del club hanno vite comptelamente diverse, come lo sono anche le loro personalità e la loro relazione con la musica. Nonostante questo sono collegati da una forte passione per la musica, collaborando e condividendo questa parte di vita insieme.
Dal 2019 propongono sonorità che spaziano nel mondo della musica elettronica, in particolare nel mondo dell’house, disco e techno. Pre-pandemia il collettivo aveva una sede fissa, in un locale che ora non esiste più. Alle serate erano presenti oggetti che riprendevano il contesto della natura e del mondo selvaggio: piante, decorazioni floreali e un pappagallo di nome fresco come mascotte, sempre presente sopra la console
Dischi Freschi ora si è ridimensionato, facendo collaborazioni con altri staff e locali su territorio veronese e proseguirà su questa strada fino a quando non troverà un altro locale.
// Alberth
Sono Alberto Ceschi, in arte Alberth, ho 28 anni e sono un tecnico informatico.Quanto hai iniziato a relazionarti con la musica e come?
Ho iniziato a relazionarmi con la musica alle elementari, gia in terza e quarta ha iniziato a piacermi la musica rock, con gli anni poi ho esplorato diversi generi, partendo dall’elettronica, verso la french touch, techno e arrivando poi alla disco e house.
Cosi per caso un amico mi ha fatto vedere un video dei Justice, mi ha affascinato fin da subito l’idea di delle figure che potessero intrattenere cosi tante persone semplicemente con una canzone. Essendo una persona abbastanza timida mi sono rivisto in questa cosa, è stata una spinta per riscattarmi ed esprimere al mondo quello che è il mio messaggio.
A 14 anni ho comprato la mia prima coppia di cdj, dei numark ndx 200, e ho iniziato a suonare sperimentando alle feste tra amici. Iniziando ad interessarmi sempre di piu a questo mondo, mi sono fatto conoscere in giro suonando alle prime feste, bar e club. Da li è stata una strada senza ritorno, ho preso la cosa più molto più seriamente, investendo prima in musica digital e qualche anno dopo ho preso i miei primi giradischi. Da quel momento ho sempre e solo suonato con i vinili, iniziando a capire cosa mi potesse piacere musicalmente e seguendo una determinata direzione.
Com’è nato Dischi Freschi?
L’idea è stata mia, avevo gia suonato con gli altri due ragazzi all'interno di un altro progetto che però ha avuto una fine nel 2019. Avevo voglia di organizzare una festa, creare un gruppo, così sono andato a ricontattarli. Loro sono stati i primi con cui ho sempre collaborato e fatto festa, con cui avevo un legame anche al di fuori dalla serata e quindi un legame di amicizia di reciprocità. Una volta avuto il loro consenso siamo riusciti ad ottenere la disponibilità di un locale e dopo aver buttato giu qualche idea, scegliendo nome, logo e props, abbiamo iniziato ad organizzare serate.
Come avete reinventato il vostro collettivo durante e post covid?
Pre pandemia organizzavamo feste in un locale che ci ha ospitato per più di un anno, ora purtroppo questo locale non c’è più per discorsi covid, è stata una chiusura forzata da parte del proprietario. Improvvisamente, come tanti altri nel nostro ambito ci siamo ritrovati fermi, senza il supporto di un locale che ci potesse ospitare. Abbiamo quindi dovuto ridimensionare la nostra realtà, utilizzando le piattaforme social per tenere i nostri clienti vicini, alternandoci facendo dirette da casa, cercando di portare contenuto musicale in un periodo in cui purtroppo non era possibile potersi ritrovare in un locale. Difficile è stato poi il post pandemia, nel quale non avendo più un locale ci siamo trovati un po con il culo a terra. Al momento stiamo facendo delle collaborazioni con altri staff, anche al di fuori di Verona, che ci stanno dando dello spazio. Continueremo con queste collaborazioni fino a quando non troveremo nella nostra città lo spazio che che pensiamo di meritare.
Come definisci il tuo genere?
Dinamico. Mi piace spaziare molto tra le varie sfumature di house, disco e techno. Tendo a fare molte variazioni, non identifico il mio genero nello specifico e quello che faccio è un mix di cose che ho ascoltato e vissuto.
Qual’è una traccia che non puo mancare nel tuo dj set?
È un disco che ho acquistato di recente che ha una carica pazzesca, per me è uno dei dischi più belli che abbia mai suonato, undicidisco di alexander robotinick. È un disco che mi porto sempre dietro e che quando riesco lo suono sempre. L’ho gia suonato più volte in disco e lo porterò sempre con me perchè in grado di dare una svolta alla la pista. Se vuoi cominciare a far ballare la gente è un disco da utilizzare.
Il tuo posto preferito?
è una panoramica situata vicino a casa mia, un posto isolato in cui vado quando ho bisogno di staccare per il senso di pace e benessere che mi da. Mi piace pensare all’andare avanti della vita, guardando le altre persone dall’alto, mi aiuta a fermarmi e a prendere fiato. Andare in un posto tranquillo e rialzato mi aiuta a non sentire il caos che c’è attorno a me, è una scappatoia.
Questo luogo è in qualche modo collegato ai tuoi aspetti musicali?
Si e no, la musica è una fuga per me come lo è quel posto li. Quando ho bisogno di staccare dalle cose che mi accadono nella vita o suono o vado in quel poto li. Sono entrambi una fuga dall’ordinario.
// D.D.G.
Mi chiamo Dimitri Di Gloria, in arte D.D.G, ho 31 anni e faccio mobili, lavoro il legno.Quanto hai iniziato a relazionarti con la musica e come?
Mi sono avvicinato alla musica quando ho capito cosa fosse soffrire. Avevo 13-14 anni, ero in un periodo non troppo felice che la musica mi ha aiutato a superare. Da quel momento ho capito che c'è un potere all'interno della musica, di qualsiasi genere essa sia.
Ho iniziato quindi ad ascoltarne sempre più fino a passare dalla musica che mi consolava alla musica che mi divertiva, che mi faceva ballare. Questa è stata la scintilla che ha fatto scattare in me l'idea di condividere con altre persone le tracce che più mi piacevano, che è quello che faccio tuttora nei miei djset.
Da li poi una cosa tira l’altra sono entrato in questo mondo. Avevo un compagno di classe che faceva il PR per dei party frequentati principalmente da ragazzi più piccoli di me le domeniche pomeriggio. Tramite lui sono riuscito ad avere il mio primo slot ad uno dei suoi party.
Con il tempo poi si è sparsa la voce, un po di amici mi hanno sostenuto non sapendo minimamente cosa potessi proporre. La cosa per me è proseguita con la voglia di condividere la musica in più spazi possibili.
Perché hai deciso di far parte di un collettivo?
Perchè un collettivo è condivisione. Far parte di un collettivo vuol dire far parte di una condivisione. Essere in un collettivo mi porta più soddisfazioni.
Come definisci il tuo genere?
Movimentato, energico, bello andante con suoni distorti il giusto. Un genere classificabile techno.
Qual’è una traccia che non puo mancare nel tuo dj set?
Il disco che non deve mai mancare nella borsa è un disco del 93, si chiama Sneaky trax di Dj sneak, soprattutto per il suo lato A.
Il tuo posto preferito?
il mio posto preferito è un posto in menzzo alla natura ma comunque un po urbanizzato, un posto in mezzo alla natura ma artificiale. È un po astratta come cosa ma penso che si spieghi bene.
Questo luogo è in qualche modo collegato ai tuoi aspetti musicali?
Si, perché lo vedo collegato a me. Credo che l'essere umano stesso sia una cosa naturale ma allo stesso tempo artificiale. Per questo mi rispecchio molto in un posto in mezzo alla natura che presenta segni della presenza dell'uomo. Un po di urbanizzazione nella natura come puo essere una strata sterrata sotto un calvalcavia in mezzo agli alberi puo essere un bel riferimento. Dal punto di vista musicale mi ci ritrovo perchè secondo me la musica che propongo potrebbe fare benissimo da colonna sonora a qualsiasi scena vissuta e girata nel posto che ho appena descritto.
// Gartner
Mi chiamo Luigi D’Errico, in arte Gartner, ho 31 anni e sono un fisioterapista.Come hai iniziato a relazionarti con la musica?
In terza media, andando a feste con i miei amici. All’epoca non mettevo dischi ma c’erano dei miei amici che già suonavano e sono sempre stato affascinato dalla maniera con la quale questi miei amici riuscivano a far muovere la gente. In terza media mi sono preso la mia prima console. Ho iniziato a suonare con i CD, poi in seconda superiore ho preso il mio primo giradischi, Stenton T 90, indistruttibile. Ho iniziato nei primi anni delle superiori a qualche festicciola, da taverne di amici a qualche capodanno, ma ancora non sapevo bene suonare. Poi negli anni ho iniziato con i vinili e ho cominciato a suonare sempre a feste di amici, da lì ho iniziato anche in qualche locale, sempre sulla scia di alcuni miei amici che già suonavano.
Perché hai deciso di far parte di un collettivo?
Perchè mi piace l’idea di collettivo in primis, credo che gruppo e condivisione siano cose che si stanno un po 'perdendo. Secondo il mio punto di vista i nostri sono ambienti abbastanza chiusi e se sei da solo e sei fatto in una determinata maniera, magari meno estroverso di altri, credo che l’idea di collettivo sia una bella cosa. Avere comunque qualcuno con il quale condividere e creare, da un collettivo si può sempre imparare sia dal punto di vista caratteriale (posso imparare ad essere più pacato), che musicale. Facendo parte di un collettivo credo si viva meglio l’approccio al clubbing.
Come definisci il tuo genere?
Molto pulito e minimale, tutti i dj set che propongo sono composti da suoni molto puliti e dischi molto minimal. Non amo dischi con troppe cose, con troppe voci. Mi piacciono dischi puliti con pochi suoni, pieni, caldi, che suonino bene. Il genere credo si possa chiamare techno, techno dub, rientro nella grande famiglia della techno, con mille sfaccettature diverse. Alcuni dischi sono etichettati sotto dub, altri sotto electro, quindi comunque caschiamo sotto il gruppo della techno, ma con diverse sfaccettature.
Qual’è una traccia che non puo mancare nel tuo dj set?
Non ho un disco che non deve mai mancare all’interno dei si set, la costante, il centro è sempre quello di trasmettere qualcosa.
Il tuo posto preferito?
Prediligo il rumore dell’acqua. Che sia una cascata, un mare o un lago, il rumore dell’acqua mi rilassa parecchio. Quando sento il suo rumore scollego il cervello quindi tutto ciò che ha a che fare con l’acqua mi attira. Prediligo più posti acquatici.
Questo luogo è in qualche modo collegato ai tuoi aspetti musicali?
Si perchè comunque è un suono pulito e costante, che può avere un sacco di sfaccettature in base a come l’acqua si muove e comporta. Lo reputo quindi un suono pulito e minimal e quindi si credo sia rapportato anche al modo di vedere che ho dei dischi